Quando l'”Ombra” prende il sopravvento

Nel Libro rosso, opera pubblicata postuma nel 2009, Jung distingue tra spirito del tempo e spirito del profondo e racconta in particolare come nel 1913 ebbe un’esperienza interiore molto forte, alla vigilia degli eventi della Prima guerra mondiale. Dopo aver raggiunto il massimo potere, in termini di professione e affermazione sociale, Jung si ritira in un lungo isolamento, sperimentando la solitudine e il confronto con la parte più oscura di sé e della sua anima. Affermava di aver vissuto fino ad allora in sintonia con lo spirito del tempo, adattandosi alle regole sociali e sviluppando la parte razionale e intellettiva, ma con ciò allontanandosi dalla propria anima. Era quindi necessario un confronto con lo spirito del profondo e ciò che egli trova nel deserto della sua solitudine è – per usare le sue parole – orrore, melma, disordine, caos e un vuoto abissale. Egli ci fa capire come, per poter entrare in contatto con il Sé, sia necessario un confronto doloroso e una simbolica uccisione dell’Eroe che è dentro ognuno di noi.

In altre parole, invece di continuare ad esaltare la superiorità dell’intelletto, Jung ricerca la propria ingenuità e “uccide” metaforicamente la parte che appariva adattata e funzionante sino ad allora. Solo così, afferma, ritrovò sé stesso in quanto uomo.

Quando questa operazione non avviene, la spinta alla distruzione di una parte di sé può essere agita all’esterno, uccidendo un Altro, un nemico, individuato in un sovrano o in un altro popolo. Se evita il confronto con la parte aberrante presente nel profondo, l’uomo vede l’orrore fuori da sé e lo combatte. Ma in tal modo, chi muove guerra verso l’Altro inconsciamente crea anche le condizioni per la propria caduta e per la perdita di potere. Questo meccanismo offre una chiave di lettura per comportamenti che, col metro della logica, apparirebbero incomprensibili.

Per Jung, la pace con sé stessi si può ottenere solo considerando sia lo spirito del profondo, cioè la sofferenza che giace sepolta nella propria anima, che egli chiama “Ombra”, sia lo spirito del tempo. Si legge infatti nel Libro rosso: “Il Dio si ammala quando supera il culmine dello zenith. Perciò fui afferrato dallo spirito del profondo dopo che lo spirito di questo tempo mi aveva condotto fino alle vette”.

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